Archivio per febbraio, 2022

Volete sentire dentro la potenza delle storie? Leggete il libro della Fortier.

Le biografie mi piacciono poco. Le leggo solo se la vita ritratta mi ha già interessato in altri modi. E le prendo con le pinze. Soprattutto perché, nel tentativo di raccontare storie vere, sono spesso disonestamente false.

Questo per dire che mi sono avvicinato a “Le città di carta” con circospezione. Nemmeno mi ricordo cosa mi avesse incuriosito nel percorso che, come sempre, mi porta verso un libro.

Ma la Fortier è riuscita dove riescono in pochi. Ha scritto un biopic in cui non è Emily Dickinson la protagonista. Ma i suoi mondi di carta. Dove carta significa realtà ricreate dalla scrittura. E nel farlo la Foriter impregna la sua prosa delle espansioni che solo la poesia riesce a ottenere. Gli allargamenti, gli echi a cui un vero autore deve puntare anche in prosa. Autore, dal latino augere. Aumentare.

“Le città” è così immersivo e potente che quando arrivi in fondo sei costretto ad andare a cercare altro sulla Dickinson. Vuoi sapere della stanza dove visse gli ultimi anni in un isolamento quasi monastico. Vuoi leggere quei frammenti dolorosi e lievi allo stesso tempo che la sua penna mise giù su qualunque foglietto avesse a portata.

Volete che i ragazzi leggano Leopardi, Foscolo, Dante? Non come un supplizio, ma come un privilegio? Raccontategli le loro storie come fa la Fortier con la Dickinson. Storie false senza menzogne.

Citando le fonti nei ringraziamenti scrive, “Alcuni episodi sono tratti da questo, altri da questo, …. Altri sono frutto della mia immaginazione. Tanto meglio se non si riesce troppo a distinguerli.”

Dominique Foriter, Le città di carta, Alter Ego (Traduzione Camilla Diez)